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Tendenze temporali nello sviluppo di nuovi tumori maligni dopo trapianto di cuore


I tumori maligni sono una preoccupazione per i trapiantati cardiaci, ma le tendenze temporali dello sviluppo di neoplasie de novo sono sconosciute.
Uno studio ha descritto le tendenze temporali dell'incidenza, dei tipi e dei predittori di neoplasie de novo nei pazienti che hanno subito trapianto cardiaco.

Sono stati coinvolti 17.587 adulti riceventi solo il trapianto di cuore dal Registro International Society for Heart and Lung Transplantation.
I principali esiti dello studio hanno incluso l'incidenza, i tipi e il tempo a una neoplasia de novo.

Il rischio di qualsiasi neoplasia solida de novo tra gli anni 1 e 5 dopo il trapianto è stato del 10.7%.

L'incidenza cumulativa per tipo di neoplasia è stata: cancro cutaneo ( 7.0% ), tumore solido non-cutaneo ( 4.0% ) e patologie linfoproliferative ( 0.9% ).

Non c'è stata alcuna differenza temporale nel tempo di sviluppo in base al tipo di malignità.

Tuttavia, l'incidenza cumulativa di neoplasie solide de novo è aumentata dal 2000 al 2005 rispetto al periodo 2006-2011 ( 10.0% vs 12.4%; P minore di 0.0001 ).

La sopravvivenza nei pazienti dopo neoplasia de novo è stata nettamente inferiore a quella dei pazienti senza tumore maligno ( P minore di 0.0001 ).

I pazienti più anziani e i pazienti sottoposti a trapianto in epoca recente hanno avuto un rischio più elevato di neoplasia de novo.

In conclusione, più del 10% dei pazienti adulti sottoposti a trapianto di cuore ha sviluppato neoplasie de novo tra gli anni 1 e 5 dopo il trapianto, e questo risultato era associato a un aumento della mortalità.
L'incidenza di neoplasie solide post-trapianto de novo è aumentata temporaneamente, con il più grande aumento per il cancro della pelle.
Dovrebbero essere studiate strategie di immunosoppressione individualizzate e lo screening del cancro dovrebbe essere potenziato per determinare se si possono ridurre gli esiti avversi della neoplasia post-trapianto. ( Xagena2018 )

Youn JC et al, J Am Coll Cardiol 2018; 71: 40-49

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